Dsa e Adhd

Cosa significa DSA?

I disturbi specifici dell’apprendimento , comunemente abbreviati con la sigla D.S.A., sono un gruppo eterogeneo di disturbi che si manifestano con la difficoltà nell’acquisizione e nell’uso delle abilità sottostanti l’apprendimento scolastico, nella lettura ( dislessia), nella scrittura ( disgrafia e/o disortgrafia) e nel calcolo ( discalculia).  

Hanno un carattere evolutivo, il che significa che le abilità evolvono autonomamente nel tempo, non raggiungendo tuttavia i parametri attesi per età e classe frequentata; si mostrano come un’atipia dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati.

 


La Dott.ssa Bevilacqua è specializzata in diagnosi DSA e conduce diversi progetti scuola
con l'obiettivo di favorire il benessere in ambito scolastico

 

Dott.ssa Bevilacqua                              Progetti scuola

 


 

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Entriamo nel dettaglio:


Cosa non sono i DSA?

Non sono una malattia, non sono dovuti a deficit sensoriali della vista o dell’udito, a traumi o a difficoltà emotive, né causati da un’educazione sbagliata, non derivano neppure da uno scarso impegno e soprattutto non vanno confusi con una mancanza di intelligenza.

Hanno un' origine congenita, genetica e neurobiologica. Investono un’area circoscritta  dell’apprendimento ma, spesso, si nota come ci sia associazione con altri disturbi (comorbilità).

DSA a scuola

I disturbi specifici dell'apprendimento sono una delle problematiche più rilevanti presenti nella scuola. Gli ultimi studi nel campo attestano una frequenza che oscilla dal 2,5% al 3,5% nella popolazione evolutiva per la lingua italiana (Consensus Conference, 2010).

Essi, per l’impatto che creano a livello di adattamento sia nella vita quotidiana sia in quella scolastica, possono essere la causa di alcuni disagi di origine emotivo-relazionali-motivazionali (esempio: bassa autostima) e per questa ragione è fondamentale agire soprattutto a livello preventivo, attraverso una loro tempestiva individuazione.

La diagnosi

La diagnosi di disturbo di lettura e di scrittura deve essere effettuata alla fine della classe seconda primaria, mentre per la diagnosi di disturbo del calcolo si deve aspettare la fine della classe terza primaria.

 


Gli esperti del nostro Centro sono a tua disposizione per la valutazione DSA 

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Cosa dice la legge a proposito?

Dal punto di vista legislativo, la legge 170/2010 è la prima legge quadro che riconosce la Dislessia, la Disgrafia, la Disortografia e la Discalculia come Disturbi Specifici dell’Apprendimento. La sua applicazione sul piano scolastico prevede che le Istituzioni debbano mettere l’alunno nelle condizioni di raggiungere il massimo sviluppo formativo e pertanto consentire l’uso degli strumenti compensativi ( esempi: il PC per sostenere il bambino dislessico nello studio e le misure dispensative che lo esonerano da determinate attività strettamente correlate col suo deficit). Inoltre, gli insegnanti devono redigere il PDP-Piano Didattico Personalizzato per la personalizzazione e individualizzazione della didattica.


Cosa significa ADHD?

Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, scarso controllo degli impulsi e iperattività. Il bambino mostra incapacità nel regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.

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E’ bene precisare che l’ ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare e non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace. E’necessario scoprire se ha veramente un disturbo da deficit di attenzione/iperattività oppure se sia semplicemente irrequieto o presenti altri tipi di problematiche. Nessuna persona, che non sia uno specialista (ad esempio, uno psicologo o un neuropsichiatra infantile), si deve sentire autorizzata a decidere se quel bambino presenta o meno un ADHD.

I sintomi ADHD nei bambini

Disattenzione: I sintomi si riscontrano soprattutto in bambini che, rispetto ai loro coetanei, presentano un’evidente difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato. A scuola si manifestano evidenti difficoltà nel prestare attenzione ai dettagli, banali “errori di distrazione”, e i lavori sono incompleti e disordinati. Insegnanti e genitori riferiscono che i bambini con ADHD sembra che non ascoltino o che abbiano la testa da un’altra parte quando gli si parla direttamente.

Iperattività:  un eccessivo livello di attività motoria o vocale. Il bambino iperattivo manifesta continua agitazione, difficoltà a rimanere seduto e fermo al proprio posto. Secondo i racconti di genitori e insegnanti i bambini con ADHD sembrano “guidati da un motorino”: sempre in movimento sia a scuola che a casa, durante i compiti e il gioco. Il movimento sembra non essere indirizzato al raggiungimento di uno scopo.

Impulsività: L’impulsività si manifesta nella difficoltà a dilazionare una risposta, ad inibire un comportamento inappropriato, ad attendere una gratificazione. I bambini impulsivi rispondono troppo velocemente (a scapito dell’accuratezza delle loro risposte), interrompono frequentemente gli altri quando stanno parlando, non riescono a stare in fila e attendere il proprio turno. L’impulsività si manifesta anche nell'intraprendere azioni pericolose senza considerare le possibili conseguenze negative.

Come evolve l'ADHD con la crescita?

L’ ADHD cambia con l’età. Sono importanti i momenti di transizione, in particolare l’ingresso alla scuola primaria e il passaggio alla scuola secondaria di primo grado. Con l’adolescenza diminuisce soprattutto l’iperattività e l’impulsività mentre persiste l’inattenzione, in più possono sopraggiungere problemi nell'autostima e nel tono dell’umore.  Durante l’età adulta permangono soprattutto problemi di disorganizzazione e pianificazione delle attività.

 


Dsa e dintorni è esperto nella diagnosi e trattamento ADHD

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Cosa si può fare?

Negli ultimi 40 anni gli studi sull'ADHD hanno portato alla conclusione che l'approccio terapeutico psicoeducativo sia quello più efficace con i bambini, ma occorre soprattutto lavorare con il contesto famigliare se si vogliono ottenere cambiamenti significativi e duraturi nel tempo.
E’ indispensabile affiancare la famiglia e la scuola in un percorso che permetta loro di sviluppare le proprie risorse per affiancarsi in modo utile al bambino.

Perchè è utile il Parent Training ADHD?

E' un percorso per la famiglia volto a potenziare e valorizzare le risorse individuali e genitoriali di cui ciascuno è portatore e che, a volte, fatica a riconoscere e/o esprimere, ma anche per favorire nei partecipanti l’acquisizione di specifiche competenze educative e delle annesse capacità di autovalutazione e automonitoraggio.

La metodologia di lavoro prevede diversi momenti:

  • brevi spiegazioni teoriche, per favorire una maggiore comprensione della problematica presentata dai figli;
  • attività  individuali, di coppia e/o di gruppo, finalizzate al confronto e al sostegno rispetto alla problematica;
  • “lavori a casa”, che hanno lo scopo di poter mettere in pratica quanto appreso.

 


 

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